Mettiamo caso che tu sia il più bravo al mondo (o nel tuo paese o anche solo nella tua città o nel tuo quartiere) a fare quello che fai.

Facciamo che sei un produttore di candele (ma anche un fotogrago, un falegname, un macellaio… un marketeer) e le tue candele sono le più luminose, profumate e belle che si possano trovare nel tuo mercato di riferimento.

Ora ipotizziamo che tu sia nuovo nella tua zona, dopo anni a perfezionare la tua arte hai deciso di metterti sul mercato con i tuoi prodotti fantastici.

Trovi uno spazio, un negozio su strada, lo affitti e apri.

Metti in vetrina i tuoi fantastici prodotti.

Il lavoro all’inizio scarseggia, ma si sà… ci vuole tempo per lanciare una nuova attività.

Tieni duro e investi i tuoi capitali personali per mantenere aperta l’attività.

Le cose iniziano a farsi “pesanti”, il lavoro non decolla.

Tu continui a produrre nuove creazioni cercando di andare incontro al mercato.

Ti hanno comprato 3 candele grosse rosse e allora ne produci altre grosse e rosse… restano sugli scaffali a prendere polvere.

Hai tenuto duro, hai investito la maggior parte dei tuoi risparmi… ma ormai la situazione è insostenibile.

Tiri giù la saracinesca per l’ultima volta e la tua avventura imprenditoriale è finita lasciandoti pesto e malconcio.

Deja vu

Secondo alcune fonti, come l’Osservatorio Startup e PMI Innovative del Politecnico di Milano, circa il 50% delle nuove imprese in Italia fallisce entro i primi tre anni di attività.

Secondo i dati del registro delle imprese di Milano, dal 2018 al 2023 il totale delle imprese attive è passato da 18.981 a 17.617.

Un censimento del 2023 di Confcommercio conferma che negli ultimi dieci anni in Italia le serrande si sono abbassate per 103.770 attività, il 15,7% del totale.

Tutti dati poco incoraggianti per chi voglia partire con una nuova attività.

Eppure ci sono piccole aziende, negozi e professionisti che partono e riescono a prosperare, alcuni anche ad avere grande successo.

Quindi la domanda da farsi è: qual è la differenza che fa la differenza tra quelli che chiudono e quelli che prosperano?

Concause

Prima di tutto, non parliamo di un unico fattore.

Ma partiamo dalla storia del nostro produttore di candele e facciamoci un po’ di domande.

  1. Come ha scelto la location dove aprire il negozio?
  2. Ha fatto qualche indagine sul mercato delle candele in quella zona, in quella città?
  3. Una volta aperto, come ha iniziato a promuoversi localmente?
  4. Ha provato ad andare oltre il “locale”?

Queste sono solo alcune delle domande a cui dovremmo rispondere per fare un’analisi minimamente valida della storia.

Ma manca quella che mi sta più a cuore, come professionista del marketing, e quella che più spesso evitiamo di farci:

Come la gente dovrebbe venire a comprare le candele più belle del mondo da me se io le produco ma non lo racconto a nessuno.

Qualche idea

Senza entrare nel merito del “come”, partiamo dalle basi.

Gli strumenti per promuoversi localmente, e non solo, sono davvero moltissimi.

In primis si devono impostare in modo chiaro e corretto i propri profili Facebook o Instagram, e su Google My Business, insomma, chiunque voglia trovarti deve avere vita facile e sapere tutto in modo veloce.

Inoltre esistono social network locali, come Nextdoor o SocialStreet di Facebook.

Ma anche strumenti antichi le bacheche degli oratori.

E poi si possono pensare attività come, tornando al nostro amico delle candele:

  • Laboratori nelle scuole della zona
  • Open day dedicati agli adulti
  • Feste di quartiere o del paese
  • “Illuminare” un angolo particolare, un punto di ritrovo, un parco, un campo da basket con le tue candele per una notte

E ancora attività che coinvolgano altri commercianti della zona:

  • Regalare una candela personalizzata a tutti negozi della via
  • Proporre a un ristorante di zona di fare una serata a lume di candela

E si può essere ancora più creativi di così…

Comunica tutto

Tutto questo deve poi avere risalto sui tuoi social.

Devi raccontare chi sei, cosa fai, come lo fai e perché.

Parla del dietro le quinte, riprenditi al lavoro.

Ho una amico odontoiatra con la passione (ormai un secondo lavoro) di costruire pipe.

Le sue live su Facebook dove si riprende mentre lavora il legno e produce le sue fantastiche pipe sono diventate “famose”.

Portati sempre dietro qualcuno che fotografi, faccia video e condividi sui tuoi social tutte le attività che metti in campo, con i giusti tag e le geolocalizzazioni.

Magari non diventerai un nuovo influencer, ma con il giusto piano editoriale e contenuti “onesti” otterrai sicuramente risultati.

Nessuna ricetta segreta

Per concludere devo darti una triste notizia.

Non esiste una ricetta segreta per aprire un’attività e avere successo.

Come dicevamo prima, i fattori in campo sono davvero molti e, alcuni, che rientrano nel campo dell’imponderabile.

Ma, ed è un MA enorme, una buona parte è in mano tua.

Quindi non farti abbindolare da chi ti promette risultati certi, sarebbero miliardari in euro e non avrebbero bisogno del tuo contratto.

E soprattutto racconta ciò che sei, conosco centinaia di negozianti, professionisti e imprenditori con un’immensa passione per ciò che fanno, trova il tuo modo di raccontarla e la gente si appassionerà con te.

Gualtiero Tronconi