Come ho già raccontato in un articolo di qualche tempo fa (“La scrittura è un muscolo“), da piccolo non amavo scrivere e mi riusciva anche molto difficile.

All’epoca mia madre continuava a ripetermi: «Per scrivere bene bisogna leggere tanto» e io leggevo come un ossesso…

In realtà non per poi poter scrivere meglio ma perché mi appassionavano le storie, i personaggi e i “film mentali” che giravo e proiettavo nella mia testa grazie a quelle parole scritte da qualcuno.

Oggi scrivo per lavoro, e per passione, e sto progettando un corso sulla scrittura (creativa e non) che possa aiutare tutti a migliorare le proprie capacità di comunicazione scritta.

Per farlo sto preparando una serie di materiali e sto, ovviamente, studiando a mia volta e, ancora, mi ritrovo a seguire il suggerimento di mia madre «Per scrivere bene bisogna leggere tanto».

Così ho iniziato a collezionare libri sulla scrittura, di ogni tipo: dai manuali tipo “Scrittura for dummies” a una raccolta di saggi sulla scrittura di racconti di Raymond Carver, passando per altre decine di titoli.

In tutti questi volumi riecheggia lo stesso mantra: “leggere per scrivere” e dentro di me scatta un mix di orgoglio e fastidio per la “saggezza popolare” di mia madre.

Prima di andare avanti o passare ad altro…

Se pensi che questo articolo non ti riguardi… beh, probabilmente sbagli!

Il fatto che tu non abbia mai pensato di scrivere un racconto, una poesia, un romanzo o altro non significa che lo scrivere bene non sia un’esigenza fondamentale per te.

Pensa alla quantità di mail che scrivi ogni giorno, ai post sui social, ai messaggi di WhatsApp che mandi ad amici, colleghi e parenti.

Tutte queste sono occasioni in cui “fare la differenza”, opportunità di distinguerti dalla massa di persone dalla scrittura mediocre o, spesso, orrenda, momenti in cui puoi rappresentare correttamente la tua personalità e professionalità.

Detto questo, puoi continuare a leggere o, liberamente, passare a un altro articolo…

Perché?

Ma perché si dovrebbe leggere per scrivere?

I pareri sono diversi ma il risultato è sempre il medesimo.

Per alcuni è importante leggere per farsi un’idea di cosa ci piaccia e cosa no e la risposta a questo è fondamentale per poter scrivere cose che ci piacciano e quindi “scrivere con sincerità” (un altro tema della scrittura che dovremo approfondire).

Quando parlo di piacere non intendo solo il genere, parlo anche dello stile, del ritmo, della forma e anche delle singole parole.

Per altri leggere è fondamentale per capire cosa non ci piace e per allenare il nostro spirito critico, così da individuare immediatamente le castronerie che inevitabilmente scriveremo in futuro.

A questo proposito c’è chi, per esempio Stephen King, consiglia di leggere oltre ai classici e agli acclamati “bravi scrittore, anche, non solo, letteratura “bassa”, palesemente mal scritta proprio per allenarci a “caccia l’errore”.

Altri autori ancora consigliano di leggere tanto per aumentare il proprio bagaglio di vocaboli, formule, figure retoriche, stili e ritmi, creando una sorta di cassetta degli attrezzi da utilizzare quando si passa dall’altro lato della tastiera.

Come la penso io

Questo paragrafo raccoglie opinioni e pensieri dell’autore, quindi puoi anche saltarlo a pié pari

Io credo che tutte le motivazioni qua sopra siano giuste e valide e che da sole basterebbero a convincere chiunque a leggere tanto se volesse saper scrivere bene.

Ma c’è dell’altro, chi è appassionato di cucina tendenzialmente ama il cibo e mangiare bene.

Mio figlio è un barman e assaggia ogni cosa gli capiti davanti.

Non credo che si possa pretendere di trasportare il lettore nel nostro mondo, di rapirlo dalla sua realtà e farlo atterrare in quella che abbiamo partorito sul nostro foglio, senza aver provato lo stupore e la meraviglia che questo viaggio genera.

E non solo.

Ritengo sia improbabile poter anche solo immaginare un racconto, un libro, un’aforisma, una mail, un claim, una poesia… efficace senza aver prima nutrito il nostro cervello con un numero imprecisato (tendente a infinito) di racconti, libri, aforismi, mail, claim, poesie…

Sì, ma cosa leggere?

Semplicemente: tutto.

Leggi il giornale, i libri, gli opuscoli, le pubblicità.

Siamo subissati di messaggi scritti, ma soprattutto leggi libri…

Del genere che preferisci, ma anche di altri generi non sarebbe male. Leggili su carta, in formato digitale, alla peggio anche in formato audiolibro, anche se io credo funzioni meno bene dal punto di vista “didattico”.

In ogni caso leggi, leggi appena puoi: in fila alle poste, sulla metro, in bagno (tantissimi lo fanno), prima di dormire, mentre aspetti che cuocia la pasta.

Ogni occasione è buona e ogni frase può essere quella che illuminerà il tuo nuovo modo di scrivere, perché è esattamente come vorresti averla scritta tu o proprio perché è l’esatto contrario di quello hai imparato essere la buona scrittura.

Controindicazioni

Io sono sempre stato “monomaniaco”.

Mi spiego meglio.

A 15 anni circa scoprii casualmente Dino Buzzati, per la precisione il libro “La boutique del mistero“.

Lo divorai!!!

A quel punto lessi tutto di Buzzati e, inevitabilmente, i miei temi iniziarono ad assomigliare (per quanto possibile, cioè: poco) a dei racconti brevi dell’autore che stavo tanto amando in quel momento.

Questo processo è assolutamente inconscio, naturale e, addirittura, banale.

Con il passare del tempo, con l’alternarsi delle letture e con tanto esercizio nella scrittura le varie influenze verranno assimilate e andranno, tutte assieme, a formare il proprio stile personale.

Questa cosa avviene in tutte le forme di espressione, anche nella musica è dato per ovvio che se ascolto solo i Pink Floyd per sei mesi e poi mi metto a scrivere un brano… suonerà, o cercherà di suonare, un po’ pinkloydiano.

Quindi “leggere per scrivere” è giusto?

Quindi sono obbligato, per quanto questo possa infastidirmi, ad ammettere che mia madre aveva ragione: leggere per scrivere è un approccio sano, corretto ed efficace.

Nella scrittura, chiunque abbia provato anche solo a scrivere un post di Facebook un po’ più lungo del “Buongiorno a tutti” lo sa, non esistono scorciatoie.

Le parole, per quanto si digiti veloce sulla tastiera, escono una per volta e, di conseguenza, le frasi…

Ci vuole tempo per scrivere e ancora più tempo per imparare a farlo e una vita intera per farlo sempre meglio.

Gualtiero Tronconi